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SECONDA EDIZIONE DEL GTUTTI A SIRACUSA





 
 
 
 
GTutti 2010 - Il programma
 
 
 
 
 
GTutti 2010 - Ambiente/Diritti/Migranti
 




Secondo l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, i cambiamenti climatici saranno la causa principale dell’abbandono di alcune aree del Pianeta, seguiti da eventi meteorologici estremi quali alluvioni e uragani, siccità, desertificazione e guerre per il controllo delle materie prime. 

La Conferenza di Copenaghen avrebbe dovuto dare risposte concrete alla crisi climatica in atto, purtroppo ha avuto un esito fallimentare, producendo impegni di riduzione delle emissioni soltanto volontari e su base nazionale. Nel frattempo i cambiamenti climatici non si fermano e gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) disegnano scenari ancora più disastrosi di quelli indicati appena due anni fa e lo spostamento di popolazioni dovuto al degrado dell’ecosistema rischia di superare ogni previsione e di coglierci impreparati ad affrontarla

Davanti alle sfide ambientali, sociali e culturali, poste alla comunità internazionale dai cambiamenti climatici l’Italia come si presenta?

Sul fronte delle scelte ambientali il nostro Paese continua ad aumentare le sue emissioni di CO2 in atmosfera e a chiedere sconti sugli obiettivi di riduzione. Il Governo presenta il nucleare come la risposta a tutti i problemi ma si tratta di un inganno mediatico. Non sono stati ancora risolti i problemi di sicurezza degli impianti e di smaltimento delle scorie legati al ritorno al nucleare ma è già pronto il piano per l’individuazione dei siti in cui costruire le nuove centrali. 

Ancora più preoccupante, se possibile, è la risposta che viene data sul piano sociale e culturale all’arrivo in Italia di stranieri extracomunitari, molti dei quali provenienti da paesi nei quali sono proprio le emergenze ambientali a produrre povertà e conflitti. I respingimenti in mare, i numerosi scandali sulla gestione dei “centri di accoglienza”, lo sfruttamento selvaggio della manodopera straniera nelle campagne - tutti fenomeni ben noti anche nel nostro territorio - sono il risultato disastroso prodotto dalle politiche sull’immigrazione portate avanti negli ultimi anni indistintamente da tutti i governi.

I drammatici fatti di Rosarno sono stati solo l’epilogo di una situazione di degrado e violenza che dura da anni e che esplode, non a caso, nell’anno del “pacchetto sicurezza”. L’emergenza di un nuovo razzismo diffuso ci viene segnalata non solo da manifestazioni regressive di stupide minoranze ma - è questa la novità più preoccupante – da leggi dello stato discriminatorie e incostituzionali e da ministri che non esitano a dichiarare la loro “cattiveria” nei confronti degli stranieri.

Nel paese che ha conosciuto la vergogna delle leggi razziali, trovano spazio nuove forme di intolleranza nei confronti di chiunque sia portatore di una diversità: non solo immigrati, dunque, ma anche rom, gay e lesbiche, senza fissa dimora e mendicanti. 

Al degrado culturale e sociale che accompagna la crisi economica e al divario sempre più profondo che si sta scavando tra Nord e Sud, anche nel nostro Paese, è necessario reagire, con uno scarto politico e culturale.

Per provare a riformulare l’immagine che il Sud ha di sé: non più – come suggerisce Franco Cassano - periferia degradata dell’impero”, copia sbiadita o deforme della modernizzazione delle metropoli settentrionali, ma nuovo centro di un’identità ricca e molteplice, capace di conoscere più lingue, più religioni, più culture, secondo la vocazione più autentica della civiltà mediterranea. 



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“Molti credono che il Signore disperse le lingue degli uomini per punirli, ma è l’esatto contrario; Egli vide che l’uniformità li rendeva superbi dediti a imprese tanto eccessive quanto inutili. Allora si rese conto che l’umanità aveva bisogno di un correttivo e ci fece dono delle differenze. Così i muratori, di fedi e costumi diversi, devono trovare un modus vivendi che consenta di portare a termine l’edificio” (Wu Ming – Altai)



A distanza di un anno, riproponiamo l’esperienza del GTutti, forum di associazioni e cittadini che l’anno scorso, in occasione del G8 Ambiente di Siracusa, diede vita a tre giorni di iniziative sul tema “Giustizia climatica e diritti dei popoli”.

Le questioni poste dall’intreccio tra crisi climatica, democrazia e diritti sono sempre più attuali e chiamano tutti noi a una sfida ancora più impegnativa: ripensare il rapporto tra gli uomini, l’ambiente in cui vivono, il territorio, il lavoro, la produzione e il consumo in una dimensione nuova e solidaristica.

L'Europa e al suo interno le regioni che si affacciano sul Mediterraneo, possono giocare un ruolo strategico per costruire uno spazio che non sia solo un grande mercato ma anche un luogo, geografico e culturale, all’interno del quale riempire di contenuti parole quali pace, diritti, solidarietà, cooperazione.



ACQUANUVENA, AGESCI ZONA ARETUSEA, AGIRE SOLIDALE, ALIMEDE, AMNESTY 85 SR, ARCI, ARCIRAGAZZI, C.A.I. SR, CENTRO PIO LA TORRE, CENTRO ANTIVIOLENZA LA NEREIDE, CITTADINANZATTIVA, COMITATO 100 DONNE, COOPERATIVA L’ARCOLAIO, COOP. F. MARTIN-L’ALTROMERCATO, EMERGENCY, ENTE FAUNA SICILIANA, G.A.S. SIRACUSA, JAMII ONLUS, LEGAMBIENTE, LIBERA, NATURA SICULA SIRACUSA, SIQILLYAH, SOCI DI BANCA ETICA
 
 
 
 
lunedì 11 maggio 2009
Il G8 è passato, G Tutti continua!
 
Come nel prologo di un romanzo partiamo dalla fine.
Partiamo da piazza Santa Lucia strapiena di persone che visitano curiose gli stand delle associazioni, ascoltano con attenzione gli interventi dei relatori dell’ultimo convegno in programma, in attesa della musica dei QBeta; dall’allegria contagiosa dei migranti in prima fila davanti al palco che suonano e ballano e dall’esplosione finale del concerto. 



Passata la grande paura che come un incantesimo ha paralizzato la città per due giorni, la gente finalmente scende per strada. Dopo due giorni di tempo infame e di false notizie di potenziali attentatori sulle prime pagine dei giornali, finalmente la tensione si scioglie, Siracusa torna a vivere e con essa una delle sue piazze più belle.


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Fra tutti i modi di segnare con la nostra presenza l’evento ufficiale del G 8 Ambiente di Siracusa, noi del forum ambientale “G Tutti” avevamo scelto il più difficile, forse il più ambizioso: quello di discutere con la Città di temi di respiro internazionale come i cambiamenti climatici, la biodiversità, il rapporto tra povertà e neoliberismo, per provare a evidenziarne lo stretto legame con questioni a noi molto più vicine come la salvaguardia della salute dei cittadini, la tutela del paesaggio, l’illegalità ambientale, la gestione dei rifiuti. Titolo della manifestazione: “Giustizia climatica e diritti dei popoli”.


Senza rinunciare nemmeno per un attimo alla critica radicale del modello di sviluppo economico dominante, avevamo deciso di sottolineare che la strada per un futuro più giusto e sostenibile passa anche attraverso la responsabilità individuale di noi cittadini e le scelte virtuose che ognuno quotidianamente può fare per migliorare l’ambiente e tutelare la biodiversità.


Più facilmente (e comodamente) avremmo potuto scegliere di stare alla finestra limitandoci a commentare i risultati del vertice “ufficiale” (assai scarsi, come era prevedibile) i grotteschi tentativi della Ministra, del Sindaco e sottoposti assortiti di trasformare in venti giorni Siracusa in un modello di sostenibilità urbana; o avremmo potuto concentrare tutti i nostri sforzi nell’organizzazione di una manifestazione, affidando ad essa la speranza di mobilitare le coscienze dei cittadini sui temi che più ci interessano.


In entrambi i casi avremmo tradito la nostra più autentica vocazione, quella di stare sul territorio a confrontarci con le contraddizioni che esprime: dall’incongruenza del Governo che fin dal suo insediamento ha cercato di sabotare tutte le trattative internazionali sul clima e l’energia sostenibile, proponendo un ritorno al nucleare, alle spregiudicate operazioni di speculazione immobiliare di amministratori locali che in Sicilia - a Siracusa! - consumano territorio e distruggono biodiversità.


Più di ogni cosa avremmo rinunciato alla costruzione di “G Tutti”, che al di là di ogni valutazione sull’esito della tre giorni di piazza Santa Lucia, rimane il risultato migliore e più evidente della nostra azione: un prezioso patrimonio di unità d’intenti, relazioni umane, esperienza e di conoscenze, da non disperdere.


La buona riuscita dell’operazione, in partenza, non era affatto scontata, nonostante alcune delle associazioni collaborino da tempo o si ritrovino all’interno della Rete Territoriale delle Associazioni costituita qualche mese fa. Stavolta non si trattava come in passato di firmare un appello o di intervenire su temi di interesse locale ma di costruire - in pochissimo tempo e senza risorse economiche - un evento complesso, che prevedesse incontri, convegni, animazioni, attività culturali e momenti di spettacolo.


Con la costituzione del forum ambientale “G Tutti” volevamo, per una volta, rompere l’orizzonte comunicativo e politico in cui da tempo siamo rinchiusi, per il quale se c’è un G 8 deve per forza esserci un contro G 8; uno schema comodo e facile da rappresentare dai media (com’è puntualmente accaduto), in cui a prevalere è la contrapposizione tra due “simboli”, due simulacri esatti e contrari, in cui soprattutto non c’è spazio alcuno per la partecipazione critica dei cittadini.


Nonostante tutti i problemi che strada facendo abbiamo dovuto affrontare, alla fine possiamo dire di avercela fatta. Anzi di avere dato vita a un piccolo miracolo.


L’obiettivo principale di portare all’attenzione dell’opinione pubblica le questioni dei cambiamenti climatici e della biodiversità – con tutti i limiti, nostri e della insufficiente copertura mediatica ricevuta - possiamo dire che in buona parte sia stato raggiunto.


Si tratta solo dell’inizio, abbiamo piantato un seme e dovremo coltivarlo.
Nonostante il prestigio degli ospiti e dei relatori, non siamo riusciti a fare della nostra manifestazione un evento di carattere nazionale ma dobbiamo riconoscere che si trattava già in partenza di un obiettivo troppo ambizioso e comunque legato alla portata dell’evento “ufficiale” la cui eco sulla stampa nazionale è stata molto modesta.

Ma abbiamo di che consolarci.


Nel corso dei tre giorni abbiamo presentato il documento della Coalizione nazionale “In Marcia per il Clima”, che indica la strada che la Comunità Internazionale - in primo luogo l’Italia - dovrà percorrere per affrontare i cambiamenti climatici in atto e riconvertire in senso ecologico l’economia; abbiamo discusso con i comitati delle lotte per l’ambiente e la salute portate avanti in Sicilia; abbiamo parlato di ecomafie, rifiuti, giustizia globale, distribuzione delle risorse alimentari e tanto altro. Senza contare la proiezione di film, la presentazione di libri e le esibizioni degli artisti.


Ci sarà modo e tempo di tornare sulle idee e le proposte emerse dagli interventi dei numerosi relatori intervenuti, che a breve raccoglieremo e pubblicheremo su questo sito, mentre su alcuni dei temi affrontati negli incontri, come il consumo del suolo e la tutela delle coste, stiamo già misurando la nostra forza battendoci per una revisione del piano regolatore che impedisca nuovi insediamenti edilizi in prossimità del litorale.

Qualcuno ha già lanciato la proposta di ripetere l’esperienza del “G Tutti” su temi come quello dell’immigrazione, dei diritti dei migranti e dell’integrazione culturale.


Insomma il G 8 è passato ma “G Tutti”, come desideravamo sin dall’inizio, continua.

Giustizia climatica e diritti dei popoli!

NEWS N. 83 inserito da annamaria salibra il 12/05/2010
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